La scuola è una realtà che mi sta a Cuore da molto tempo…
Chiudo gli occhi, provo a visualizzarmi negli abiti di “Prof” e non posso fare a meno di domandarmi quale ruolo vorrei avere all’interno del contesto scolastico.
Concentriamoci sull’entità “SCUOLA”: quali dovrebbero essere le sue funzioni? Ne elenco alcune, secondo il mio parere:
- Accompagnare nello sviluppo di abilità logiche, matematiche, linguistiche, letterarie ecc.
- Fornire informazioni utili alla comprensione di sé, del mondo e della realtà storico-sociale-culturale-tecnologica in cui si vive.
- Educare all’auto-osservazione, all’auto-conoscenza e a “fraternizzare” con le proprie emozioni, qualunque esse siano.
- Aiutare a tenere sveglia la coscienza e favorire il suo divenire sempre più vivida.
- Favorire l’acquisizione di spirito critico.
- Insegnare a gestirsi e relazionarsi in gruppo e a saper esprimere se stessi all’interno di esso.
- Affrontare le tematiche “tabù”: sesso, droga, trasgressione, ribellione (dedicherò un post solo per questo tema).
- Stimolare la conoscenza del proprio corpo.
Comunque, al di là di tutto, osservo la realtà dei fatti e mi domando quali funzioni scritte sopra vengano, in verità, espletate. Io credo che, nella migliore delle ipotesi, salvo rare eccezioni, alla fine della terza media vengano raggiunti i traguardi dei primi due punti; gli altri, spesso, non vengono neanche presi in considerazione. Quali “realtà umane”, pertanto, si vengono a creare? Principalmente due:
1) Il sacco pieno: l’alunno ha immagazzinato una serie di dati (più meno utili), acquisito un bagaglio nozionistico e sviluppato diverse abilità cognitive.
L’alunno non sa cosa sia l’auto-osservazione, non distingue se stesso dalle sue emozioni, forse non ha mai sentito parlare di coscienza, la relazione con l’altro è conflittuale e giudicante, il gruppo è luogo dove nascondersi e non dove esprimersi, lo spirito critico ha deciso di cambiar casa, parole come “sesso”, “droga”, “trasgressione” hanno acquistato significati che solo lui conosce.
2) Il sacco vuoto: l’hard disk dell’alunno non è stato riempito perché egli si è rifiutato. In compenso, in seguito alle ripetute basse valutazioni scolastiche, ha acquistato un senso di svalutazione di sé (che in questa società è molto utile!).
L’alunno non sa cosa sia l’auto-osservazione, non distingue se stesso dalle sue emozioni, forse non ha mai sentito parlare di coscienza, la relazione con l’altro è conflittuale e giudicante, il gruppo è luogo dove nascondersi e non dove esprimersi, lo spirito critico ha deciso di cambiar casa, parole come “sesso”, “droga”, “trasgressione” hanno acquistato significati che solo lui conosce.
A questo punto Sacco Pieno e Sacco Vuoto sono pronti per la scuola superiore.
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Angela