giovedì 27 ottobre 2011

ScolasticaMente parlando - parte 1

La scuola è una realtà che mi sta a Cuore da molto tempo…
Chiudo gli occhi, provo a visualizzarmi negli abiti di “Prof” e non posso fare a meno di domandarmi quale ruolo vorrei avere all’interno del contesto scolastico.

Concentriamoci sull’entità “SCUOLA”: quali dovrebbero essere le sue funzioni? Ne elenco alcune, secondo il mio parere:

  • Accompagnare nello sviluppo di abilità logiche, matematiche, linguistiche, letterarie ecc.
  • Fornire informazioni utili alla comprensione di sé, del mondo e della realtà storico-sociale-culturale-tecnologica in cui si vive.
  • Educare all’auto-osservazione, all’auto-conoscenza e a “fraternizzare” con le proprie emozioni, qualunque esse siano.
  • Aiutare a tenere sveglia la coscienza e favorire il suo divenire sempre più vivida.
  • Favorire l’acquisizione di spirito critico.
  • Insegnare a gestirsi e relazionarsi in gruppo e a saper esprimere se stessi all’interno di esso.
  • Affrontare le tematiche “tabù”: sesso, droga, trasgressione, ribellione (dedicherò un post solo per questo tema).
  • Stimolare la conoscenza del proprio corpo.

Mi rendo conto di quanti siano i punti elencati e di quanto, attualmente, sia difficile per gli insegnanti occuparsi anche solo di uno di essi. A mio modo di vedere, l’attuale organizzazione scolastica non consente di lavorare al meglio e la stessa impreparazione dei "prof" nei confronti di alcuni aspetti esistenziali non è certo di aiuto.
Comunque, al di là di tutto, osservo la realtà dei fatti e mi domando quali funzioni scritte sopra vengano, in verità, espletate. Io credo che, nella migliore delle ipotesi, salvo rare eccezioni, alla fine della terza media vengano raggiunti i traguardi dei primi due punti; gli altri, spesso, non vengono neanche presi in considerazione. Quali “realtà umane”, pertanto, si vengono a creare? Principalmente due:

1) Il sacco pieno: l’alunno ha immagazzinato una serie di dati (più meno utili), acquisito un bagaglio nozionistico e sviluppato diverse abilità cognitive.
L’alunno non sa cosa sia l’auto-osservazione, non distingue se stesso dalle sue emozioni, forse non ha mai sentito parlare di coscienza, la relazione con l’altro è conflittuale e giudicante, il gruppo è luogo dove nascondersi e non dove esprimersi, lo spirito critico ha deciso di cambiar casa, parole come “sesso”, “droga”, “trasgressione” hanno acquistato significati che solo lui conosce.

2) Il sacco vuoto: l’hard disk dell’alunno non è stato riempito perché egli si è rifiutato. In compenso, in seguito alle ripetute basse valutazioni scolastiche, ha acquistato un senso di svalutazione di sé (che in questa società è molto utile!).
L’alunno non sa cosa sia l’auto-osservazione, non distingue se stesso dalle sue emozioni, forse non ha mai sentito parlare di coscienza, la  relazione con l’altro è conflittuale e giudicante, il gruppo è luogo dove nascondersi e non dove esprimersi, lo spirito critico ha deciso di cambiar casa, parole come “sesso”, “droga”, “trasgressione” hanno acquistato significati che solo lui conosce.

A questo punto Sacco Pieno e Sacco Vuoto sono pronti per la scuola superiore.

Angela

giovedì 20 ottobre 2011

Il Pianeta Azzurro

Una donna anziana era in Acqua con me. Cercava di affrontare i suoi timori nei confronti dell'ambiente liquido che, quando si è inesperti e titubanti, fa sentire sospesi in un disequilibrio disarmante. 
Provavo tenerezza per le sue paure e un profondo desiderio di trasformare le sue ansie in gioia. Percepivo la sua fragilità, il bisogno di appoggio, la necessità di essere supportata fisicamente e psicologicamente. 
Ho ascoltato.
...
L'ho guardata, tenuta per mano, massaggiata e invitata all'abbandono. 
...
Un grande successo. Viso in Acqua ed esperienza del galleggiamento. 
Io non ho fatto nulla: è stata lei e solo lei l'artefice della sua riuscita. Io l'ho solo accompagnata
Cosa è successo? Ho sentito la sua potenza, ho creduto in essa e le ho permesso di esprimerla. Dietro la fragilità, la paura, l'ansia, l'insicurezza, si celava una Donna forte, sensibile, disponibile all'ascolto e al contatto fisico.

Quando vogliamo aiutare qualcuno, o insegnargli qualcosa,  è necessario prima di tutto tentare di afferrarne le doti interiori, piuttosto che le abilità esteriori acquisite. Consentendo ad esse di manifestarsi, le imprese che sembrano titaniche ed improbabili risultano semplici e possibili.

martedì 18 ottobre 2011