domenica 12 febbraio 2012

La prigione e la libertà - parte 1


Sei tu il carceriere della tua prigione. Non nasconderti dietro il mondo esterno che non funziona, dietro gli errori di tua madre, l’assenza di lavoro, i tradimenti del partner, l’antipatia del coinquilino. Smettila di puntare il dito.

Il tuo mondo interiore è importante. Ne hai ancora uno, o sei talmente proiettato nel mondo fuori da aver perso i contatti con il tuo interno? 
Ciò che tu sei dentro ha un grande effetto sul tuo agire (l’agire di tutti i giorni, non quello delle situazioni extra-ordinarie che si verificano ogni 50 anni), e il tuo agire ha un impatto enorme sulla realtà. Ma sei troppo cieco, sordo e ottuso per comprenderlo!
Hai un potere e una responsabilità nei confronti di te stesso e degli altri molto, molto grande. Dirai: "Certo, lo so...",  ma te lo ricordi mentre litighi con il fidanzato, i genitori, i suoceri, i figli, i compagni di scuola? Te lo ricordi in quei frangenti o le tue parole escono fuori dalla tua bocca senza il tuo volere? Tu credi di saper scegliere il tuo comportamento, vero? Come puoi occuparti di ciò che sei dentro se non ti ricordi di farlo?
Sei uno schiavo e prima te ne renderai conto, meglio sarà per te. 
Sai scegliere che cosa provare o cosa dire alle riunioni di condominio o in coda alla posta? Ti ricordi di te stesso nel traffico di Corso Regina Margherita o alle formali cene di famiglia che tanto ti annoiano?
(L’esercizio di ricordo di Sé durante gli “imbottigliamenti” in Corso Regina, per me, è stato molto, molto evolutivo).
Lo sai che hai il potere di scegliere cosa provare mentre sei vicino a tua suocera o al tuo peggior nemico?
Le tue emozioni sono automatiche e cristallizzate. Sei un burattino. Il burattino di te stesso. Sei schiavo della tua ansia, della tua insonnia. Mentre ti lamenti della tua insonnia, in realtà, stai dormendo... Sei un addormentato che si lamenta di non poter dormire!
La tua Volontà è debole, quasi inesistente. 
Le tue credenze sono cristallizzate. Riponi fiducia in strutture ormai obsolete.
Attribuisci al "mondo esterno" il potere di decidere della tua vita, il potere di decidere le tue emozioni e i tuoi pensieri. Credi di essere l’artefice di quella robaccia che chiami pensiero? 
Sei convinto di essere originale, autentico, di scegliere le parole che pronunci, di scegliere tu l’atteggiamento che hai tutti i giorni nei confronti delle persone che ti circondano. 
Più cresci e più ti strutturi. L'espressione delle tue strutture diventa automatica. Mentre loro acquistano sempre più vita propria, tu muori, il tuo mondo interiore si spegne. Se non decidi di osservare queste strutture e prenderne coscienza esse diventeranno le tua prigione. E saranno una prigione proprio perchè non sarai più in grado di distinguere tra te e le tue strutture, quindi dirai che la prigione non esiste! Tu credi di essere lei! E sprechi quella poca forza che possiedi per difenderla!



Non esiste cosa peggiore dell’essere in galera e fare di tutto per proteggerla!






Non esiste nulla fuori di te. Il mondo che vivi lo costruisci tu, ogni giorno, ed è lo specchio del tuo mondo interiore. Sperimentare queste parole, nella vita concreta, significa liberarsi. 

3 commenti:

  1. ok ci siamo, chiamami !! Alex

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  2. Ciao Alex!! Ok... Ti scrivo nel pomeriggio. Che piacere "vederti" qui.

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  3. Fino a quando non ho deciso di fare un passo avanti per "aprire gli occhi", per cercare di "svegliarmi", fino a quando non ho cominciato ad osservarmi anch'io ero imprigionata. Anche io avevo delle catene che mi tenevano legata ed erano le mie abitudini, la mia meccanicità, le mie emozioni, i miei pensieri, tutte cose di cui io non possedevo il minimo controllo, se non raramente. E non riuscivo a vederlo, non avevo mai notato la mia mente che andava per conto suo, le emozioni che provavo, senza mai aver scelto di provarle. Il mio comportamento insomma era più o meno prevedibile, perché era normale arrabbiarmi, lamentarmi, preoccuparmi, sentirmi bene o male a seconda di ciò che capitava all'esterno, senza mai notare che pur arrabbiandomi, lamentandomi, preoccupandomi, lasciandomi trasportare da ciò che mi accadeva, non ero mai io a decidere di fare tutto ciò, non avevo nessun potere. Niente consapevolezza, niente volontà, niente scelte e soprattutto niente agire, il mio era soltanto un re-agire. Tutti sanno re-agire, ecco perché siamo diventati prevedibili, perché nessuno agisce, mostrando così la sua vera autenticità.
    Le catene di cui mi sono liberata sono state un sollievo e quelle che ancora ci sono, ora che osservandomi riesco ad individuarle, pian piano svaniranno, il segreto è stato ed è prenderne coscienza.
    Pensandoci ciò che mi ostacola sono loro, "le catene", cioè le continue preoccupazioni, paure, complessi mentali e tutto ciò deriva dalla mancanza di fiducia in me stessa, dal fatto di non credere abbastanza nelle mie capacità. Infatti ogni volta che esito di fare qualcosa e perché non ci credo abbastanza. Beh, ora che tutto questo l'ho osservato e ne sono venuta a conoscenza sono determinata a cambiare, a prendere in mano le redini e fare della mia vita un mondo dove io ho la volontà di fare, dove io agisco. Libera. è ciò che sono determinata a diventare.

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